Morti e infortuni sul lavoro: il comunicato Sgb e Cub Toscana
Gli infortuni mortali tornano ad aumentare. E crescono gli incidenti che non vengono neppure denunciati.
Il nostro Paese oltre la media europea come numero di persone coinvolte negli incidenti. Tra gennaio e marzo 2018 enunciate 22 morti sul lavoro in più rispetto ai primi tre mesi del 2017, da 190 a 212 . I deceduti sono 151 secondo l'osservatorio indipendente di Bologna, molti di più rispetto al 2017. L'Inail certifica un trend in crescita negli ultimi due anni. Aumentano gli incidenti multipli. Gli infortuni non mortali sopratutto al Nord
Mentre
tutti parlano dei robot pronti a soppiantare gli operai, si continua
a morire in fabbrica. Perché il lavoro è diventato precario e sui
precari non si fa formazione. Perché anche quando si fa, la
formazione troppo spesso resta sulla carta e corsi veri non ci sono.
Perché le aziende, dopo anni di crisi, hanno ricominciato a produrre
su macchine e impianti vecchi e non hanno soldi da investire nella
sicurezza. Perché gli ispettori sono pochi e la probabilità per
un’impresa di essere controllata è infinitesimale.
Gli strumenti a difesa delle
condizioni di lavoro ci sono. Abbiamo una legislazione sulla
sicurezza tra le migliori d’Europa. I controlli e
i dispositivi tecnici ci
sono, anche se le risorse a favore dei servizi ispettivi sono
sempre troppo limitate.
Tuttavia gli infortuni continuano ad essere in
aumento.
Molte sono le cause concorrenti: investimenti
insufficienti in materia di
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; una formazione troppo
spesso non adeguata o
sbrigativa; turni e orari di lavoro che non
consentono il giusto recupero della fatica fisica e della
concentrazione ed
espongono le lavoratrici e i lavoratori – in particolare nelle
piccole aziende e in determinati settori – a rischi elevati che
spesso sono la fonte di infortuni e accadimenti mortali o
invalidanti.
Da
questo punto di vista una maggiore attenzione alla qualità del
lavoro è necessaria, evitando che la ripresa economica e la
competitività si giochino sulla riduzione
dei diritti,
a discapito delle condizioni di lavoro, con gravi ripercussioni sulla
salute e sulla sicurezza dei lavoratori stessi, in condizioni di
sempre maggiore
precarietà psico-fisica.
Cambiare registro è necessario, chi non rispetta le normative e detta condizioni di lavoro all'insegna del massimo profitto e della insicurezza è responsabile di questa strage al pari delle Istituzioni che non si avvalgono di tutti i poteri per fermare la mattanza dei lavoratori.
I sindacati CUB Trasporti e SGB non smetteranno di sostenere la lotta per la tutela dei lavoratori e la loro nella profonda convinzione che questa strage finisca ciò che è accade non debba mai più ripetersi e che non possa esistere crescita economica e sociale senza difendere e valorizzare il lavoro.
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