Il Ministero comunica la morte della dotazione organica negli enti pubblici

La troviamo sul sito della Funzione Pubblica.  http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/09-05-2018/fabbisogni-di-personale-pubblicate-le-linee-guida-le-pa

 Parliamo della direttiva  che attua la Legge Madia e dà ai vari Enti indicazioni su come adottare il piano del personale. In altre parole finiscono le dotazioni organiche conosciute in questi anni , il che permetterà assunzioni decise direttamente dagli Amministratori senza rispettare almeno l'apparente equilibrio tra i livelli che vanno in pensione e i nuovi da assumere (che potranno ovviamente non possedere gli stessi requisiti professionali) , darà adito a continui processi organizzativi che spesso si tramutano in perdita di tempo e spostamenti di uffici. Detto allora in maniera piu' diretta, se vanno in pensione 30 b, l'amministrazione di turno potrà decidere di assumere 20 c e 5 d (sono numeri ipotetici) estenalizzando il lavoro svolto dai b . Senza una dotazione organica di riferimento sarà piu' facile indirizzare a fini politici (o anche clientelari\di privatizzazione?) i fabbisogni di personale

La direttiva è online e la possiamo leggere e ponderare e, trascorsi i 60 giorni dalla pubblicazione, le amministrazioni pubbliche dovranno assumere solo rispettandone alla lettera le indicazioni.

Ma quali sono le principali novità?

La direttiva  è vincolante per gli enti locali e la Sanità ma non per le amministrazioni statali (perchè due pesi e due misure? Forse per colpire i settori piu' penalizzati, anche in termini stipendiali, della Pubblica amministrazione, quelli dove gli appetiti della privatizzazione sono piu' sostenuti?).

Se prima il piano di fabbisogno era collegato alla salvaguardia della dotazione organica e prevedeva assunzioni per coprire i posti vacanti (pensionamenti, mobilità), da oggi in poi sarà necessario il documento di programmazione con cui, per esempio, i vari Sindaci potranno rivedere la stessa dotazione organica.

La motivazione addotta per sostituire  alla idea di dotazione organica la programmazione triennale e annuale è ridisibile, da una parte ci sarà invarianza di costi ma allo stesso tempo un Ente che ha bisogno di esecutori potrebbe assumere invece un numero ridotto di collaboratori o istruttori decidendo allo stesso tempo di esternalizzare servizi (e in tal caso si aggirerebbe il principio della invarianza dei costi? L'ennesima furbata a favore di cooperative e imprese del duo Renzi e Madia?)
Stesso discorso in un ospedale dove invece di infermieri si potrebbero assumere Oss ovviamente a livelli piu' bassi e magari per arrivare alla stessa cifra del personale in uscita, la invarianza dei costi appunto, inserirci qualche fabbisogno pilotato dall'alto.

 Forse a pensar male si fa peccato ma molte volte ci si indovina (la citazione non è nostra) perchè la storiella delle priorità programmatiche dell'Ente è lo strumento con cui stravolgere i fabbisogni reali, quelli scaturiti non solo dalla analisi dei modelli organizzativi ma dalla conoscenza diretta degli uffici e dei servizi, non la solita analisi generica e costruita ad arte per giustificare piani di assunzione a uso e consumo degli assessorati.

 La circolare di fatto suona le campane a morto per la dotazione organica, un concetto che non troveremo piu' visto che  nuove assunzioni non dovranno piu' fare  riferimento alla sostituzione dei cessati.

La Corte dei Conti mai interverrà per verificare se questi piani di fabbisogno saranno realmente corrispondenti alle reali necessità, se le assunzioni saranno quelle necessarie per la migliore gestione dei servizi.  L'obiettivo della Madia era ridurre la spesa di personale e i salari pubblici, assegnare forza e decisionalità ai Sindaci e ai vertici delle amministrazioni pubbliche,  piegare la stessa Pa a logiche  di privatizzazioni e ribadire la supremazia dell'interesse politico (il famoso programma di mandato dei Sindaci e la attuazione dello stesso ) .

La cancellazione delle dotazioni organiche non è un incentivo alla riorganizzazione dei servizi, o meglio al loro allargamento, offre piuttosto su un piatto d'argento la possibilità di privatizzare servizi (e nessuno verificherà il rapporto tra costi e benefici dei processi decisi) cancellando negli enti pubblici molti dei profili piu' bassi  e a unico vantaggio di quelli piu' alti , destina sempre piu' servizi alla gestione esterna o ai global service che sovente si sono dimostrati piu' costosi e meno efficienti.

Enigmatica la connessione tra performance e fabbisogni,

Allo stesso tempo  iniziamo a familiarizzare con un nuovo vocabolario: dai fabbisogni emergenti e prioritari alle professionalità infungibili, le funzioni istituzionali da privilegiare rispetto a quelle di supporto (ergo privatizzazioni), il benchmarking (se 40 anni fa servi' per affermare la priorità del cliente, il cittadino passerà' da utente dei servizi pubblici a cliente?). E la mobilità, interna ed esterna, la farà da padrone come la riscrittura dei profili professionali la cui corrispondenza alle reali necessità degli Enti e dei servizi al cittadino è tutta da dimostrare (a tal riguardo è bene ricordare che da 20 anni negli Enti pubblici non si discute in merito ai profili professionali, il ritardo della discussione è funzionale allo stravolgimento delle famose declaratorie dove esistono professionalità da anni ormai in pensione e con funzioni, sempre da anni, esternalizzate).

Ebbene i profili professionali, sempre nella circolare Ministeriale, sono strettamente connessi ai comportamenti e ai codici etic , se da un lato auspichiamo la ridefinizione dei profili professionali in linea con la realtà attuale degli enti pubblici, dall'altro siamo certi che gli obiettivi del Ministero  siano ben diversi dai nostri e con finalità assai distanti dalla valorizzazione dal potenziamento dei servizi pubblici intesi come risposta ai bisogni della cittadinanza e non al raggiungimento degli obiettivi programmatici degli amministratori

E il sindacato? E' tenuto alla informazione e a fatti avvenuti, quindi chiunque avesse creduto nella storiella che il nuovo contratto avrebbe introdotto materie nuove da contrattare, è bene che inizi a ricredersi

Il futuro ci potrà ovviamente smentire e in tal caso saremo felici di ammettere il nostro errore ma visti i presupposti siamo certi di avere ragione (ovviamente fino a prova contraria)

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