1 Maggio tra retorica e ipocrisia.

E' passato anche il 1 Maggio 2018, dedicato da CGIL, CISL, UIL al tema della sicurezza sul lavoro. Sempre il 1 Maggio  registriamo infortuni e un morto sul lavoro, tanto per ricordare che non esiste giorno in cui la nostra salute e sicurezza siano al sicuro.

In questi anni il modello di sviluppo italiano non è cambiato, pochi investimenti in materia di salute e sicurezza, aumento delle malattie professionali contratte sul lavoro, infortuni e invalidi in crescita e un numero di morti che supera i mille casi all'anno. 

Per i sindacati sono sufficienti delle norme che nel corso degli anni hanno subito stravolgimenti atti a depotenziare la portata di leggi contro la inosservanza delle normative in materia di sicurezza, l'obiettivo era quello di limitare le sanzioni e le pene a carico dei datori di lavoro e allo stesso tempo veniva stravolto e ridimensionato il sistema di controlli da parte di Inail e Asl.

Non è mai incentivo alla ripresa dell'economia o dell'occupazione favorire l'impunità dei datori di lavoro o ridimensionarne le responsabilità, liberare il lavoro dalle cosiddette pastoie burocratiche ha significato distruggere tutele collettive ed individuali, favorire  la precarietà del lavoro e delle nostre esistenze.

Per questo è palese e contraddittorio il richiamo alla sicurezza da parte di Cgil cisl uil,  l'aumento dell'età pensionabile, le deroghe in materia di orario di lavoro, l'aumento della precarietà che costringe molti \e a lavorare in condizioni disagiate, insicure e precarie sono strettamente connesse agli infortuni, alle malattie e alle morti sul lavoro.

Non si puo' essere contro le morti sul lavoro e tacere sull'aumento dell'età lavorativa , indignarsi alla vista di un sessantacinquenne alla catena di montaggio o su un tetto perchè a quell'età dovrebbe stare in pensione. Ma chi non ha contrastato la Fornero e per anni ha favorito il sistema di deroghe ai contratti nazionali e alle leggi,  con quale coraggio oggi parla di sicurezza? Non sono anche loro responsabili morali di questa mattanza nei luoghi di lavoro?
Non basta un flash mob o un articolo sul giornale, alcuni sindacati (CGIL, CISL, UIL) negli ultimi anni hanno  abbracciato gli interessi delle aziende capitaliste assumendo il loro punto di vista in materia di sciopero, orari di lavoro, modello retributivo. E poi, specie nelle aziende piu' piccole, capita sovente la colpevolizzazione dei  lavoratori in caso di sciopero, il senso di colpa che porta ad occultare piccoli e medi infortuni o ad accelerare , in barba ai certificati medici, i tempi di ritorno in produzione.
Il 1 Maggio 2018 abbiamo sofferto  nell'ascoltare parole false e retoriche da parte di sindacalisti che già oggi saranno disponibili a sottoscrivere accordi per aumentare l'orario di lavoro e intensificare i ritmi alimentando cosi' infortuni e malattie.  Una sofferenza  pari a  quando vediamo nominare dalle segreterie provinciali i Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza (il voto dei lavoratori sta diventando un optional) sempre più asserviti alle aziende delle quali poi condividono  le politiche della sicurezza.
 Un tempo non lontano, il 1 Maggio era occasione di socialità ma anche di lotta e di denuncia, ci sono paesi come la Turchia dove le manifestazioni in questa data sono brutalmente represse arrestando e brutalizzandone i partecipanti. Da qualche anno l'iniziativa centrale di Cgil Cisl uil è il concertone a Roma, sponsorizzato da grandi imprese italiane Eni, Unipol, Poste Italiane che non ci sembra siano in prima fila nella lotta alla precarietà e agli infortuni sul lavoro.


Il 1 maggio ha visto numerose manifestazioni di operai e settori sindacali combattivi e conflittuali, pratiche e piattaforme che stridono con l'ipocrita società dello spettacolo che rimuove le cause di morti, malattie e infortuni. Un primo maggio a ricordare che i licenziamenti arbitrari con il Rito Fornero sono sempre piu' diffusi, lo ricordiamo a quel Parlamento che in materia di lavoro vota compatto a favore di leggi liberticide che poi sono causa della impennata di infortuni e di morte al pari di contratti e deroghe sottoscritte ogni giorno da cgil cisl uil.


 Oggi, piu' di ieri, non servono parole ma fatti concreti e coerenza tra le enunciazioni di princpio e le azioni quotidiane, è il solo modo per restituire  al sindacato credibilità  e forza

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