Mercato del lavoro?

Analizzando i dati dell'occupazione di oggi con quelli antecedenti alla crisi (2008) si evince che i posti perduti in quasi 10 anni non sono stati ancora recuperati. Nel frattempo la forbice salariale si è allargata.

Ad aprile 2017 gli occupati erano ancora sotto 23 milioni, quasi 200 mila posti di lavoro in meno rispetto al 2008, sicuramente  869mila occupati in più del settembre 2013  ma non è certo quell'anno il parametro di confronto.

I disoccupati sono 2,880milioni,  1,379milioni in più di settembre 2007 ma 465mila in meno del novembre del 2014.

Due riflessioni semplici: il numero dei disoccupati cresce molto piu' della nuova occupazione, non abbiamo recuperato rispetto al 2008 e paghiamo le conseguenze della crisi in termini di pil, di numero degli occupati.

I nuovi posto di lavoro riguardano soprattutto gli ultracinquantenni che poi sono già specializzati e accettano di portare la loro esperienza a costi decisamente piu' bassi rispetto a pochi anni fa, qualche segnale di ripresa anche  tra i 25 e 34 anni ma i giovani sotto i 30 anni, soprattutto al Sud hanno numeri di disoccupazione elevati, sicuramente tra i piu' alti dell'Ue.

Abbiamo già scritto sull'effetto droga avuto dagli sgravi e dagli incentivi, dalle tutele crescenti del jobs act, non  a caso a crescere sono i giovani inattivi (+24mila), inattivi che poi ritroviamo alle prese con il lavoro nero e con quello gratuito.

Vogliamo quindi riassumere e mettere in fila alcuni dati?

I posti di lavoro per lo piu' sono quelli che hanno permesso a manodopera specializzata di rientrare nel mercato del lavoro a costo ridotto.

Gli under 30 continuano a essere disoccupati, anzi cresce il numero di chi abbandona la scuola secondaria superiore e il numero degli immatricolati all'università crolla ai minimi storici.

Hanno ripreso a crescere i tempi determinati.

Le donne hanno meno possibilità di trovare un impiego degli uomini, anzi siamo tra gli ultimi in Europa quanto ad occupazione femminile.

I disoccupati sono in calo almeno negli ultimi due anni ma crescono a dismisura gli inattivi
La disoccupazione giovanile più bassa è in Germania (6,8%), la più alta in Grecia (47,9% ) e Spagna (39,3%), segue l’Italia terzultima.

Sono dati incontrovertibili che stridono con l'ottimismo del Governo che annuncia la ripresa occupazione e il rinnovato clima di fiducia degli italiani, andando in giro percepiamo l'esatto contrario tra sfiducia, scetticismo, rabbia e rassegnazione.

Ma tutti, da destra al Pd, parlano di ripresa, una ripresa invisibile ai nostri occhi ma invece fortemente impressa nelle loro menti. Sarà il caso di regalare occhiali e impianti acustici a chi non vuole ascoltare  e volgere lo sguardo alla realtà di tutti i giorni?

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