Aziende partecipate tra esuberi e ristrutturazioni dopo il decreto Madia

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il correttivo al Testo unico. Intanto è bene precisare che lo smantellamento delle partecipate parte ancora prima del “Piano Cottarelli” il cui obiettivo era proprio la cancellazione di numerose aziende nell’ottica di ridurre la spesa pubblica. In questi 25 anni non è mai stata fatta una seria revisione di queste società per coglierne i difetti ma anche i benefici, un grandissimo calderone costruito dagli enti locali o per seguire i dettami della privatizzazione dei primi anni novanta o per scaricare su ditte e società in house parte della spesa di personale. In ogni caso il variegato mondo delle partecipate è alquanto complesso e merita molta attenzione sfuggendo a luoghi comuni e semplificazioni.

Sono state incluse anche le società partecipate possedute dalle quotate, le società strumentali incaricate della produzione di energia da fonti rinnovabili o per gestire aziende agricole per finalità didattiche (stiamo parlando delle università)

Nel caso di dismissione delle aziende, gli enti proprietari riassorbiranno il personale di queste partecipate senza incidere sulle facoltà assunzionali dei singoli enti.; il fatturato medio sarà inizialmente di 500 mila euro per poi passare al milione di euro, condizione essenziale per mantenere in vità la società
Nel frattempo gli Enti locali dovranno adeguarsi alla nuova normativa e decidere in base alla stessa quali partecipazioni dovranno essere oggetto di dismissione. Il termine entro cui fare questa ricognizione è il 30 \9\17 mentre entro fine anno dovranno decidere se mantenere in vita le società o andare verso la loro dismissione.

Da mesi abbiamo detto e scritto che una volta licenziato il decreto Madia sarebbe stato difficile contrastarne l'applicazione, ora ci si accorge che i sindacati "maggiormente rappresentativi" si sono accontentati dell'assenso fornito dalla conferenza Stato Regioni senza mai entrare nel merito della questione.

Vogliamo fare alcuni esempi?

i lavoratori in esuberi saranno assorbiti senza perdere un euro di salario? eventuali trattamenti di miglior favore rappresenteranno una sorta di una tantum riassorbibile in virtu' dei futuri aumenti?
Il fatturato di una società è elemento sufficiente a valutare la sua efficacia? Non possono esistere società di scopo e strumentali con fatturato inferiore alla soglia prevista ma utili e necessarie agli enti proprietari e socialmente utili?
Non siamo davanti a uno scenario che premierà le grandi aziende dell'acqua e dell'energia, i settori dove il margine di profitto è maggiore mentre numerose altre aziende saranno sacrificate e con loro i dipendenti? E tutte le altre aziende?
L'assorbimento del personale negli enti proprietari non inciderà sulla facoltà assunzionale ma di sicuro sulla spesa complessiva di personale. Possibile pensare che i lavoratori siano pacchi postali?

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