Suicidi operai all'ombra della FCA

Lavoratori e delegati FCA licenziati per aver manifestato contro  il modello Marchionne, "colpevoli" di avere denunciato il clima di repressione in fabbrica collegandolo ai suicidi di operai  provenienti dalle fabbriche di Pomigliano e Nola. 
Alla fine degli anni settanta furono decine gli operai che si tolsero la vita, un malessere diffuso che scaturiva dalla chiusura di aziende e fabbriche, dalla cassa integrazione che decretava la esplusione di tanti \e che negli anni precedenti si erano opposti\e ai padroni, al loro potere, dando vita a scioperi, comitati di lotta e di iniziativa 
  Se oggi esistessero storici non omologati al potere, storici indipendenti e capaci di mettere  i loro strumenti di lavoro  al servizio del conflitto sociale, potremmo leggere decine di pagine di una storia diversa da quella scritta e raccontata. Una contro narrazione capace di mostrare la vera faccia della desertificazione industriale degli anni ottanta e novanta, dei processi di privatizzazione e delocalizzione, delle  rappresaglie padronali che hanno colpito lavoratori e compagni e protagonisti delle lotte operaie, lotte contro i reparti confino,  contro l'utilizzo della cassa integrazione per espellere dalle fabbriche gli operai piu' scomodi, contro la metrica del lavoro costruita su ritmi e turni insostenibili, sull'usura psicofisica.

Negli ultimi anni molti ricorsi alla magistratura hanno dato torto agli operai e ai sindacati di base, non a caso la riforma Fornero e il jobs act hanno inferto duri colpi a quanto restava del diritto giuslavorativo, cambiare le normative in peggio per determinare anche in ambito legale la supremazia dei padroni.
Per questo esprimiamo appoggio e sostegno alle famiglie degli operai suicidatisi e ai licenziati politici FCA  per la riassunzione  dei quali la corte di Appello deciderà il prossimo 20 settembre. Non ci facciamo troppe illusioni sulla giustizia borghese ma pensiamo allo stesso tempo che questi operai non debbano essere lasciati soli e attorno a loro debba invece crescere una solidarietà attiva

delegati rsu e lavoratori indipendenti pisa

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